Mense, Poc e Bilancio: dai 5 Stelle niente trasparenza, solo prese in giro

“Confronto, trasparenza e coerenza, che sulla carta dovrebbero essere dei punti centrali dell’azione di governo del Movimento 5 Stelle non sono sicuramente applicati dall’amministrazione Gennari, ciò che è emerso dall’ultimo consiglio comunale ne è la prova – dichiarano i consiglieri comunali del PD.

Il caso di come è stato affrontato il tema della mensa scolastica e dell’aumento del costo di 20 centesimi a pasto per gli alunni che usufruiscono del servizio è emblematico.Vorremmo ricordare innanzitutto che il M5S in campagna elettorale aveva promesso e fatto della centralizzazione del servizio mensa una bandiera del suo programma,ora che si trovano a governare scoprono magicamente che questa cosa non è realizzabile perché i costi sono troppo alti. Una presa in giro quella nei confronti dei cittadini che è continuata anche dopo essersi accorti della situazione reale, infatti il 27 febbraio la giunta comunale dà il via libera all’incremento delle tariffe ma all’incontro con il comitato dei genitori del 15 marzo viene detto a questi ultimi che saranno coinvolti nelle decisioni. Vorremo fare notare che un confronto diventa impossibile quando una decisione è già stata presa. Per quanto riguarda il tema dell’aumento delle tariffe di 20 centesimi – continuano i consiglieri del PD– condividiamo la proposta di Rifondazione Comunista di stanziare 5 mila euro all’anno per calmierare la situazione che si è venuta a creare, questa scelta venne fatta dall’amministrazione precedente in un caso analogo anche su forte spinta del comitato dei genitori. Ci aspettiamo anche in questo caso da parte di quest’ultimi un sostegno a questa proposta ed un pungolo nei confronti della maggioranza per un cambio di atteggiamento. Il sindaco Gennari ha detto inoltre che il servizio mensa è quello che registra il maggior numero di insoluti, a questo punto vorremmo sapere quali azioni sono state messe in campo dall’amministrazione per recuperare questa situazione e a quanto ammonta la cifra. Vogliamo capire se è stato fatto tutto quello che è possibile, sulla base anche di quello che è disciplinato nell’articolo 117 del TUEL e questo perché sarebbe sbagliato ed iniquo vessare ulteriormente con degli aumenti i cittadini che pagano con puntualità il servizio per compensare le lacune di altri.

Anche sul tema dei POC –continuano i consiglieri del PD– dobbiamo registrare un atteggiamento di completa chiusura da parte della maggioranza nei confronti delle minoranze e che il metodo di lavoro sia radicalmente cambiato, in negativo, rispetto al passato lo dimostra il fatto che nella precedente legislatura sul medesimo tema sono state fatte diverse commissioni mentre in questa il tutto si è risolto con un incontro alcuni giorni prima del consiglio. Sulla base di questa situazione il nostro voto non poteva che essere l’astensione se avessimo avuto più tempo e più elementi avremmo lavorato sicuramente per migliorare ulteriormente quello che è stato proposto dalla maggioranza che vogliamo ricordare in larghissima parte è figlio della precedente amministrazione.

Sul tema del bilancio non possiamo che rimarcare una gestione assolutamente pericolosa da parte della maggioranza, una posizione questa fondata su numeri che dicono come nel 2017 i residui attivi, ossia soldi messi a bilancio che possono essere spesi ma che non sono ancora stati incassati hanno superato la soglia dei 5 milioni di euro. Qualora le entrate previste per coprire tali uscite non diventassero effettive l’unica via di uscita è quella di accendere dei mutui, quindi aumentare l’indebitamento dei cittadini. Per l’amministrazione Gennari – concludono i consiglieri PD- quello di aumentare il debito slegato da qualsiasi visione progettuale della città sembra essere un’azione oramai consolidata che sta mandando letteralmente in fumo i tanti sacrifici fatti negli ultimi anni.”

100 cose fatte, 100 da fare!!


LUNEDÌ 26 FEBBRAIO alle ore 21 al PARK HOTEL di CATTOLICA la coalizione di centrosinistra organizza un’iniziativa pubblica per presentare il programma di governo in vista delle elezioni del 4 Marzo. Per l’occasione saranno presenti il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi,il candidato al Senato al collegio uninominale Tiziano Arlotti,il candidato alla Camera al collegio uninominale Sergio Pizzolante e il Segretario Provinciale del PD Stefano Giannini. Sarà un’occasione importante di confronto e approfondimento su argomenti concreti in vista di un appuntamento elettorale importante per il nostro Paese ma anche per il nostro territorio.

Le incongruenze del DUP (Documento unico di programmazione) presentato dalla giunta Gennari

Come sappiamo nell’ordinamento degli enti locali il DUP (Documento Unico di Programmazione) è il documento fondamentale, nel quale vengono messi a rapporto gli indirizzi di carattere politico programmatico di un sindaco e della sua maggioranza, con le azioni e gli interventi di tutta la struttura amministrativa necessari a realizzarli.

Si tratta di un documento molto corposo ed omnicomprensivo (il nostro è composto di 233 pagine), in poche parole è lo specchio, stabilito dalla legge, che dispone l’azione amministrativa e ne registra la coerenza con quanto viene dichiarato in sede di proposta politica ai cittadini.

Purtroppo il DUP presentato dalla giunta Gennari non sempre questa coerenza la conferma. Anzi.

Non è solo un problema formale di trasparenza delle scelte amministrative, è che senza coerenza del DUP i cittadini e chi li rappresenta in consiglio comunale, non possono sapere dove chi li governa vuole davvero portare la città.

I documenti di bilancio, che dovrebbero dare attuazione al DUP diventano in questo modo decisamente “ballerini”, perché non avendo più una fonte precisa possono essere curvati a seconda delle convenienze del momento, dei gruppi di pressione che più alzeranno la voce, degli interessi che troveranno modo di influenzare le scelte amministrative.

In poche parole è la programmazione dell’attività amministrativa, conquistata con grande fatica nelle previsioni di legge dopo gli anni di tangentopoli, che viene in questo modo elusa e cancellata.

Per dimostrare le cattive pratiche intraprese dalla giunta Gennari, che ci riportano al passato e a procedure amministrative che non dovrebbero esistere più, si possono fare diversi esempi. La parte che riguarda l’urbanistica e le conseguenze che i relativi indirizzi hanno sul bilancio è un bel banco di prova, vale la pena di esaminarlo con un po’ di attenzione.

Nelle previsioni di bilancio 2018 che dovrebbero essere conseguenti alle indicazioni del DUP si assegna agli oneri derivanti dalle concessioni edilizie un ruolo piuttosto importante, per la precisione 700.000 euro nel 2018 ed ancora più negli anni successivi, tanto da raggiungere i 2,5 milioni di euro nel triennio.

Una cifra in notevole crescita rispetto all’anno passato, tuttavia se ricerchiamo nel DUP i presupposti politico/programmatici di questa previsione ci troviamo in grande difficoltà, perché da nessuna parte sono indicate le decisioni che dovrebbero essere alla base della possibilità di incassare quelle cifre. Decisioni ovviamente che riguardano gli indirizzi di politica urbanistica, quelli che possono effettivamente produrre o meno una ripresa delle attività del settore edile.

Fin dalle prime settimane dopo l’insediamento della nuova amministrazione, il gruppo consigliare del PD ha più volte insistito, anche con una interrogazione, per spingere il Sindaco e la sua maggioranza a concludere l’iter di approvazione definitiva del nuovo Regolamento Urbanistico (RUE) e del POC (Piano Operativo Comunale) che erano stati adottati nel dicembre 2015 dal Consiglio Comunale precedente.

Le risposte del governo a 5 Stelle furono molto indispettite, lasciando intendere che la nuova maggioranza non avrebbe mai confermato quello che era stato già avviato dalla giunta Cecchini.

E così, purtroppo, sono passati molti mesi prima che, avendo finalmente constatato che non si poteva ingessare la città nella doppia lettura delle norme vecchie e di quelle nuove soltanto adottate, il sindaco Gennari si decidesse a portare in approvazione il RUE.

Una approvazione, è bene ricordarlo, che è avvenuta esattamente nella formulazione predisposta dalla giunta precedente.

Insomma si è solo perso tempo inutilmente per una scelta che poteva essere fatta subito.

Il POC invece attende ancora di essere portato a conclusione, nonostante si sia capito, dai contatti intercorsi con gli operatori, che anche Gennari si è ormai convinto che è insensato, anche su questo versante, tenere paralizzata la città.

Purtroppo però le perdite di tempo non sono mai gratis. E’ intervenuta nel frattempo infatti la nuova legge urbanistica regionale, di cui si conoscevano i contenuti da molto tempo, che lascia una sola strada per l’iter degli strumenti urbanistici in corso di definizione, quella di approvare il POC così come è stato adottato dalla giunta Cecchini.

Se la maggioranza del M5S avesse avuto intenzione di modificare il POC, come è trapelato dai numerosi incontri con gli operatori immobiliari, per aumentare la capacità edificatoria delle diverse schede (cosa pienamente legittima, che consideriamo però davvero molto discutibile), avrebbe dovuto muoversi per tempo, tempestivamente, entro i termini stabiliti dalla nuova legge regionale.

Così non è avvenuto e perciò, restando in una procedura normale, rimane solo la scelta di confermare il POC della precedente amministrazione, che fortunatamente è più rispettoso del carico urbanistico territoriale rispetto ai desideri edificatori della coppia Gennari/Battistel.

Potrebbe essere la scelta giusta, non è questo che qui si discute, ma se così stanno le cose, perché allora si è aspettato tanto, perché sono ormai due anni che si è bloccata l’approvazione del POC con evidenti conseguenze negative sulle attività dell’industria edilizia a Cattolica?

Un risultato e certo, tutta la procedura che attraverso le pubblicazioni e le osservazioni del Piano consente ai cittadini di dialogare in maniera trasparente e verificabile con l’amministrazione pubblica, in questo modo viene azzerata e nessuno potrà esaminare alla luce del sole le proposte migliorative avanzate dai cittadini o dagli operatori interessati.

Al posto dei percorsi di trasparenza previsti dalle leggi sappiamo solo che si sono susseguiti, negli ultimi mesi, numerosi incontri tra il sindaco, l’assessore, il dirigente e i presentatori delle diverse schede del POC per aggiustare in qualche modo la cosa. Certamente l’assessore avrebbe dovuto informarne la commissione consigliare, ma quello che, in sede dei bilancio, salta agli occhi è che di questo lavorio che dovrebbe portare cospicui oneri di urbanizzazione nelle casse del comune, all’interno del DUP, che è il documento a ciò deputato, non c’è alcuna traccia.

Sarebbe sicuramente nell’interesse della città che il POC finalmente partisse, ma come si vede dai documenti emerge che a Palazzo Mancini la mano destra letteralmente non sa cosa sta facendo quella sinistra.

Vediamo. Nella prima parte del DUP, la sezione strategica, a pag. 71 LINEA STRATEGICA 2 si dice: “il principio ispiratore sarà cementificazione zero e le premialità verranno riservate a ristrutturazioni che si ispireranno a risparmio energetico e calo delle emissioni”, è una formulazione decisamente generica e in nessuna altra parte di questa sezione purtroppo si fa riferimento al POC.

Evidentemente il DUP è stato scritto quando ancora, nella filosofia Gennari, qualsiasi cosa fatta dalla giunta precedente andava cestinata e da allora l’impegno programmatico non è stato più corretto. Da dove saltano fuori allora tutti quei soldi per gli oneri di urbanizzazione se non rientrano negli obiettivi strategici del DUP?

Logica vorrebbe che almeno nella Sezione Operativa si dicesse qualcosa a questo proposito.

La Sezione operativa del DUP infatti è quella che dovrebbe stabilire gli impulsi che deve seguire la macchina comunale, risorse del personale comprese, per realizzare gli obiettivi strategici e tradurli nel bilancio.

E’ istruttivo leggere le tabelle di pag.122, Missione 08. In nessuna di esse si fa riferimento al POC adottato o ad un POC da correggere. Si accenna solo ad un non meglio precisato POC dell’arenile e del Centro Storico, che è decisamente cosa ancora da definire, ma non si fa nessun riferimento alla volontà di approvare definitivamente il POC già adottato, operazione sulla quale la giunta Gennari invece sta lavorando da mesi, a fari spenti però.

Ci si chiede qual è la ragione di questa omissione: c’è forse un imbarazzo tutto di parte politica e poco rispondete agli interessi della città, perché se si facesse così si finirebbe per dare continuità a quanto previsto dalla giunta Cecchini?

In questa nebbia totale ci tocca ragionare perciò per ipotesi.

Come gli addetti ai lavori sanno, la nuova legge regionale basa la sua attuazione sugli Accordi di Programma, cioè su un meccanismo che rende trasparente il rapporto pubblico/privato nel dare esecuzione al Piano Urbanistico Generale. Anche la vecchia legge regionale contemplava gli Accordi di Programma, avevano una formulazione diversa, ma in ogni caso avevano la forza di proporre variante allo strumento urbanistico vigente.

Visto l’interesse dimostrato dalla giunta Gennari ad aumentare la capacità edificatoria di diverse schede del POC, possibilità che, nella sua procedura più coerente e trasparente, è tramontata dopo mesi di tentennamenti con l’approvazione della nuova legge regionale, è possibile che a Palazzo Mancini abbiano pensato alla via degli Accordi di Programma.

Se si volesse battere quest’altra strada per driblare i POC adottati dalla maggioranza del sindaco Cecchini e aumentarne la capacità edificatoria si potrebbe certamente fare.

Però, bisogna ricordarlo, si può farlo solo nei tempi e nei modi consentiti dalle norme, con un percorso trasparente e verificabile dai cittadini e soprattutto dichiarandolo come obiettivo nel DUP, disponendo perciò con chiarezza gli indirizzi e le risorse necessarie, perché altrimenti insieme alla coerenza e alla trasparenza va a farsi friggere anche il principale strumento di programmazione del comune.

D’altra parte la traccia degli Accordi di Programma per immaginare la fonte degli introiti da oneri di urbanizzazione iscritti a bilancio è interessante perché ci porta ad un altro bel caso di mancata coerenza nella programmazione, scolpito dal DUP della giunta Gennari.

Il tema dei centri commerciali è un tema caldo, come dimostrano recenti vicende nei comuni vicini, un tema cui l’opinione pubblica presta grande attenzione e che giustamente deve trovare indicazioni vincolanti nei documenti di programmazione.

Di nuovo a pag. 71 leggiamo una dichiarazione molto impegnativa a proposito del commercio: ”Gli strumenti urbanistici vigenti saranno utilizzati non per favorire l’apertura di grandi strutture di distribuzione (come invece ha fatto la passata amministrazione, mettendo in grave difficoltà i tanti commercianti a favore di pochi interessi privati), al contrario l’intenzione è quella di promuovere il tessuto commerciale inserito nel contesto storico-architettonico della città…..”

Al di là delle argomentazioni false contro la giunta precedente ed anche di alcuni aspetti di merito molto discutibili, l’affermazione è chiara e non si presta davvero ad equivoci. Niente grandi strutture di distribuzione e rigorosa tutela del commercio nel centro storico, neanche un malevolo diffusore di fake news potrebbe immaginare introiti per le casse comunali in oneri di urbanizzazione da queste cose.

Tuttavia c’è un piccolo particolare: è stata recentemente varata una delibera di giunta che si rimangia questa solenne dichiarazione. La delibera di giunta promuove il varo di un Accordo di Programma per l’edificazione, su di un’area attualmente verde, nei pressi del centro storico, di un nuovo supermercato di oltre 2000 mq. come trasferimento e moltiplicazione del Conad Macanno.

La delibera è del 22 settembre 2017 ed interviene a gamba tesa su una vicenda molto delicata.

Secondo le previsioni del PSC (Piano Strategico Comunale) quell’area era soggetta a scheda POC e una proposta di sua attuazione venne presentata, tra le altre, nel Piano adottato nel Dicembre 2015.

Tuttavia in quella seduta del Consiglio Comunale molti consiglieri di maggioranza e di opposizione si dichiararono contrari perché non ci vedevano chiaro nel preesistente contenzioso legale tra la proprietà ed il comune e nelle quantità di edificazione concesse. La giunta Cecchini, vista l’opposizione di gran parte del consiglio, valutò serenamente di ritirare la scheda.

Adesso, alla faccia di quanto solennemente scritto a pag. 71 del DUP il trasferimento e l’ingrandimento del CONAD Macanno invece resuscita e l’area verde sparisce. Vale la pena di ricordare che quelle affermazioni che vengono così allegramente calpestate rimangono comunque, fino a quando non decideranno di cancellarle, impegnative e centrali negli intendimenti del DUP presentato del governo a 5 Stelle.

Per aggirare la mancata approvazione della scheda POC ed attivare l’Accordo di Programma si è trovata inoltre una soluzione molto ingegnosa, ma scarsamente documentata. Si dichiara un interesse pubblico legato alla cessione di una parte dell’area per la realizzazione della nuova caserma della Guardia di Finanza.

Occorre sottolineare che l’area in questione, nella scheda POC presentata a suo tempo, ma mai approvata dal consiglio, sarebbe stata comunque ceduta al pubblico. Nulla di nuovo dunque sotto questo profilo, solo che la destinazione è diversa ed è molto più invasiva dal punto di vista del cemento di quella del 2015.

Allora qual è il vantaggio per il pubblico oggi, rispetto al dicembre 2015?

Quelle scelte che non bastarono allora a convincere il consiglio comunale e la giunta Cecchini, adesso, decisamente peggiorate dal punto di vista ambientale, vengono invece abbracciate dalla giunta Gennari.

E’ bene notare, tra l’altro, che, tra la documentazione disponibile, non vi è nessuna testimonianza di un reale interessamento della Guardia di Finanza a quell’area, non una comunicazione, non una lettera, nulla.

Per un qualsiasi provvedimento della pubblica amministrazione, quando viene richiamato l’interesse pubblico, dovrebbe essere prodotto almeno un documento che attesti l’effettiva esistenza di quell’interesse.

A pensare male si fa peccato è vero, ma, stando così le cose, potrebbe legittimamente nascere il dubbio che, siccome nella formulazione della vecchia legge urbanistica (era ancora quella in vigore quando venne approvata la delibera della giunta Gennari), l’Accordo di Programma deve essere giustificato da un interesse pubblico, si sia usata l’interminabile vicenda della caserma della Guardia di Finanza, per soddisfare la richiesta di un privato che era già stata bocciata in passato.

C’è ovviamente da augurarsi che si tratti solo di un cattivo pensiero perché altrimenti sarebbe davvero molto grave. E’ urgente perciò fare conoscere, per fugare ogni dubbio, la richiesta delle Fiamme Gialle di disporre di quell’area e quando questa sia pervenuta al Comune di Cattolica.

Ricordiamo che nella pubblica amministrazione non possono fare testo le chiacchiere. Come dicevano i romani: scripta manent, verba volant.

Come si vede gli esempi riportati sono molto interessanti ed illuminanti a proposito della considerazione che la giunta Gennari ha dei documenti di bilancio, ma sono anche preoccupanti per due altre ragioni.

La prima, la più ovvia, essi dimostrano quale sia il livello di attendibilità del DUP presentato dal sindaco del M5S. Come abbiamo dimostrato il documento sul quale si basa la possibilità di verificare la coerenza dell’azione amministrativa con quanto è stato programmato e che dovrebbe perciò essere estremamente scrupoloso e dettagliato, è invece pieno di buchi e non dichiara i veri obiettivi che vengono perseguiti nel bilancio.

La seconda segnala invece un pericolo, la tentazione politica che si intravede nei comportamenti della giunta Gennari, di fare quadrare i conti delle casse comunali ricorrendo ad uno spregiudicato e non controllato incremento degli oneri di urbanizzazione, che vuol dire banalmente puntare a più edificazione a qualsiasi condizione, alla faccia dei fustigatori che giuravano sulla cementificazione zero.

Da questo punto di vista, basta documentarsi un po’.

Sono molti gli osservatori che hanno imputato alla bulimia di oneri di urbanizzazione delle amministrazioni locali la responsabilità della bolla immobiliare degli anni passati che ha prodotto, oltre allo sperpero di tanto territorio inedificato, un crollo del mercato immobiliare. La causa è stata indicata proprio nella ricerca di più risorse finanziarie da parte di molti comuni che hanno provato a raggiungere questo risultato rilasciando una quantità di concessioni edilizie decisamente superiore alla capacità del mercato di assorbirle.

Se questo fosse l’obiettivo vero, ma non dichiarato, del M5S a Cattolica, come pare si possa desumere dalle poste di bilancio alla voce oneri e dai numerosi incontri che sono stati svolti nelle settimane passate con gli operatori immobiliari, sarebbe bene discuterne apertamente. Una cosa sono infatti le opportunità di ripresa delle attività nel settore edile, attraverso la rigenerazione urbana, altra cosa il sostegno alla speculazione o l’edificazione sulle poche aree ancora libere dal cemento.

Discuterne anche in sede di DUP, come prescrive la legge.

Finalmente tutti i rappresentanti dei cittadini eletti in Consiglio Comunale, sia di maggioranza che di opposizione, potrebbero dire a ragion veduta su cosa sono contrari e cosa invece condividono, decidendo alla luce del sole il destino della nostra città.